domenica 19 febbraio 2012

[138°] I TRE LIVELLI DI PROGETTAZIONE DI UN'OPERA PUBBLICA

In quest'epoca di predicatori mediatici di enorme successo (cosi' mi raccontano) non so se faccio bene a tenere ancora aperto questo blog.

Via subito agli argomenti del post:

- i tre livelli di progetto che confondono il professionista
un possibile approccio per risolvere il rischio confusione nei tre livelli di progetto (preliminare, definitivo, esecutivo) di un'opera pubblica
- POA ed il magico Alverman
vernissage alle Premiate per un ciclo di puntate sugli spettri di risposta 


I TRE LIVELLI DI PROGETTO CHE CONFONDONO IL PROFESSIONISTA
Questo lungo inchino ai molti compiti del direttore dei lavori mi suggerisce di rimanere ancora un po' in sorvolo sul (nuovo) Regolamento del Codice dei contratti pubblici.

Di recente infatti ho dovuto riprenderne in mano tutto l'articolato riguardante la progettazione di un'opera pubblica (dall'articolo 14 all'articolo 59).

Ed erano anni che non lo facevo piu', disgustato da questo andazzo tutt'altro che morto, di cambiare le leggi fondamentali a seconda di come tira il vento.

Ma vediamo.

L'argomento 'progettazione' coinvolge qui sia il progettista libero professionista, sia il progettista pubblico dipendente.

Le conclusioni non cambiano neppure nel caso in cui il progettista sia il responsabile generale di progetto, ovvero nel caso abbia solo una responsabilita' specialistica nella filiera (progettista delle strutture, progettista degli impianti elettrici, o fate voi).

La vexata questio e' presto detta: per le opere pubbliche ci sono ben tre livelli di progettazione, generalmente sempre presenti. 

Ebbene: cosa deve produrre il progettista in ciascun livello? 

Con quale sapiente alchimia vi deve suddividere la sua applicazione intellettuale?

Permettetemi come esempio di calarmi nel ruolo di progettista di strutture, che forse e' quello che conosco meno male. 

E' dal 1994 che assistiamo a questa tripartizione:

progetto preliminare, con le indagini di prima approssimazione e con gli studi di prima approssimazione;
progetto definitivo, con le indagini e con gli studi specifici, con i calcoli preliminari delle strutture;
progetto esecutivo, con le indagini e gli studi puntuali e con i calcoli esecutivi.

Mi pare di sentire - come se fosse ancora con noi - Il Turrini su questo tema: "Calcoli preliminari? Definitivi? Ma cosa volete progettare su tre livelli?! Quando avete deciso la struttura, scelto il modello, calcolato gli sforzi interni, ma cos'altro volete fare? Fa presto ad arrivare la fine mese".

Parole sante.

Ma la prassi era ormai una giostra che girava, ed a ogni giro il progettista svelava un po' di piu' la sua creatura, ma sempre partendo dalla 'a' per arrivare di nuovo alla 'z'. Ed ogni volta... dall'inizio sino alla fine.

Tra gli effetti negativi di questo andazzo, oltre ai costi esorbitanti, si era venuto a formare il convincimento che si potesse sviluppare il proprio livello rinviando a quello successivo tutta e sola la responsabilita' professionale.

Mi spiego meglio.

- Caso del progettista pubblico dipendente
Questi era invogliato ad arrivare sino alla progettazione definitiva, lasciando poi tutte le incombenze di quella esecutiva a qualcun altro, con la convinzione che se tutto fosse crollato, la colpa non era che del professionista venuto dopo. Appunto in ossequio al principio di riprogettazione totale ad ogni livello.

- Caso del progettista libero professionista
Questi era a suo volta invogliato a lasciare ogni responsabilita' all'impresa costruttrice mediante stratagemmi decisamente da neolaureati: quali mantenere (illegittimamente) nel capitolato speciale la progettazione dei cementi armati in capo al costruttore, salvo nei casi contrattualmente piu' evoluti (sob!) inventarsi degli ulteriori livelli di verifica strutturale, ma sempre in accollo al costruttore.

Il principio termodinamico che sottintendeva a questo modo di fare era il seguente: io il mio livello di progetto l'ho sviluppato e tu pubblica amministrazione mi paghi, ma se poi l'opera rovina per colpa del calcolo, la responsabilita' e' di quello che viene dopo: costui infatti doveva riprogettare tutto con piu' dettaglio, o quanto meno controllare che tutto fosse correttamente calcolato e previsto.

Per dirla col mio collega Sandro, l'intelligenza che cosi' si dimostrava e' propria dell'anello mancante nella scala evolutiva dell'homo sapiens sapiens.

E questo modo di fare ovviamente non fa onore a chi ha tanto studiato. (Devo dire che per un po' ha blandito anche il sottoscritto.)

Il nuovo Regolamento per fortuna fa chiarezza sulle questioni attinenti alla progettazione. (Strano)

Leggendo il nuovo articolato par di capire che il progetto e' unico e che viaggiando in questa catena di montaggio che lo porta dal livello preliminare, passando per il livello definitivo, sino al livello esecutivo, non va ripensato integralmente con maggior dettaglio, bensi' va integrato, i-n-t-e-g-r-a-t-o, con quelle 'cose' che non valeva la pena di mettere alla scala di livello precedente.

Ecco: forse la nuova immagine che dobbiamo darci della progettazione su tre livelli di un'opera pubblica, e' proprio quella di un progressivo cambio di lente d'ingrandimento, dove ad ogni cambio non viene ricreato il tutto, ma solo si vedono maggiori dettagli.

Ergo? Come deve svilupparsi un progetto di strutture?

Una possibile idea.

Nel progetto preliminare, di strutture non c'e' nulla; pero' vi e' la destinazione d'uso e tutti gli aspetti funzionali. E' qui allora che il progettista definira' le sue azioni, i materiali, le regole tecniche e le norme da applicare.

Nel progetto definitivo, invece, verra' scelto il sistema strutturale resistente: telai piuttosto che setti, plinti piuttosto che platee. E qui verranno pure definite tutte le situazioni di progetto, la scelta del modello di calcolo e fatta l'analisi strutturale. Qui infine si decideranno immutevolmente le sezioni, i ferri d'armatura, gli spessori, la geometria.

Nel progetto esecutivo, infine, si metteranno tutte quelle cose che avrebbero dato solo disturbo se presentate al livello precedente. Quali i dettagli dei collegamenti (chi decide il numero e tipo di bulloni nei Vs. progetti? le lunghezze e gli spessori delle saldature?), l'ordine di esecuzione delle lavorazioni, le particolari prescrizioni esecutive da scrivere nel capitolato speciale, i controlli cui soggiaceranno certe opere.

Un'idea per una rivoluzione copernicana. Sempre sperando che questa terza versione del Regolamento (la prima risale al 1895) sia quella buona.


POA ED IL MAGICO ALVERMAN
Avevo sei anni e come tutti i bambini oggi cinquantenni non me ne perdevo una puntata. Ardevo dalla voglia che questo dispettoso  folletto venisse catturato e ne fosse svelato ogni mistero.

Solo che persi l'ultima puntata.

Un trauma. Ancora oggi. Secondo solo all'esame di Calcolo Automatico delle Strutture.

Ma questo e' un incipit scherzoso per dirvi che ho scoperto la fonte della verita', l'acqua celestina, la Via, la Vita.

Insomma, una lettura che una volta... ehm... letta, vi fara' capire tutto quel che c'e' da capire sugli spettri di risposta.
Senza stress al cerebro.

Il testo e' in inglese e - tempo permettendo - verra' tradotto a puntate qui alle Officine.

Non perdetevele: vorrei fosse un (amorevole) regalo ai lettori di POA.

Vi anticipo solo titolo ed abstract. Autore solo all'ultima puntata, per suspance. (Come per Alverman)

"Tecniche di analisi spettrale nell'ingegneria sismica
[Nell'articolo, N.d.R.] Vengono definiti parecchi tipi di spettri di risposta in uso nei problemi ingegneria sismica e vengono date le relazioni tra questi spettri ed altre grandezze fondamentali quali il metodo energetico ed il metodo dei coefficienti sismici. Viene presentato l'impiego dello spettro di risposta per evidenziare importanti caratteristiche dei terremoti, nonche' viene illustrato mediante dati sperimentali il ruolo dello spettro di risposta nello stabilire i coefficienti sismici per lo studio del comportamento delle strutture. Vengono confrontate varie tecniche per ricavare gli spettri di risposta e viene brevemente descritto un analizzatore elettrico analogico di spettro."

Un unico indizio: l'articolo e' stato presentato alla prima conferenza mondiale di ingegneria sismica, tenutasi a Berkeley in California, nel lontano 1956.

Pionieri. Conviene riandare al loro pensiero, no?

^  ^  ^ 
Molto bene.

Caffe' e post terminato. Spero di lasciarvi con qualche buona 'pulce' in piu' e magari... con una piccola curiosita'.

Ma come sempre, con un augurio di quindici giorni di proficuo lavoro.
Vs. POA  

[138°] THE THREE LEVELS IN PROJECTING ACTIVITY OF A PUBLIC WORK AND THEIR AMBIGUITY. 
No english version for this post... sorry.

domenica 22 gennaio 2012

[137°] I (MOLTI) COMPITI DEL DIRETTORE DEI LAVORI

Ricevo e pubblico volentieri alcuni appunti di lavoro dell'amico e collega Riccardo. Hanno un po' il sapore del diario di bordo di antichi corsari. Col pregio di trasudare esperienza diretta.

Buona lettura.


IL DIRETTORE DEI LAVORI: PROFILI OPERATIVI
di Riccardo Bozzola, ingegnere idraulico

Con questo post s'intende condividere delle argomentazioni che coinvolgono il direttore dei lavori. Il tutto con l’aiuto di alcuni strumenti reperibili nel web, di quanto recepito in un seminario seguito lo scorso ottobre in quel di Mestre (VE), e di un po'... di esperienza diretta

Si scrivera' di:
  • NTC-2008 e le operazioni di accettazione;
  • alcune delle principali novità riguardanti il Direttore dei Lavori nel nuovo Regolamento del Codice dei Contratti (entrato in vigore nel giugno 2011);
  • ...una riflessione personale.

NTC e le operazioni di accettazione
Le NTC-2008 sono un bagaglio culturale fondamentale per i tecnici, ed in particolare per lo strutturista.

Già nei principi fondamentali (paragrafo 2.1) si evidenzia la necessità di una chiara identificazione documentale dei materiali strutturali posti in opera, oltre all'obbligo, in specifiche situazioni, di prove di accettazione. 

Queste ultime sono distinte per tipologia di materiale e vengono più specificatamente descritte al capitolo 11

In quest’ultimo vengono riportate le indicazioni normative anche per materiali innovativi rispetto all'ormai superato decreto del '96. 

Ciò che comunque si crede utile sottolineare sono i tre obblighi a cui devono sottostare i materiali strutturali: 
a) devono essere identificati in maniera certa,
b) devono essere appositamente qualificati,
c) devono essere accettati dal Direttore.

Nei primi due casi e' chiamato in gioco il produttore/fornitore, nel terzo e' direttamente coinvolto il direttore dei lavori che deve:
  • acquisire la documentazione di qualificazione;
  • verificare tale documentazione e se necessario confermarla con prove sperimentali.
Ci si chiede a questo punto quanto sarà, o meglio, quanto e' in genere facile svolgere con continuita' e buona perizia tale compito? 

Dipende sicuramente dal singolo Direttore, dalla sua attenzione e conoscenza di tali norme. Dalla sua formazione.

Ma anche dalla capacita' di organizzarsi. In poche parole, di dotarsi almeno di un protocollo comportamentale per la raccolta delle attestazioni, dei marchi e delle prove effettuate. 

E magari, per i piu' fortunati, di un buon collaboratore di cantiere che tenga tutto in ordine e ne dia pronto riscontro. 


Le novità più significative introdotte dal Regolamento del Codice dei Contratti nella direzione dei lavori
Si propongono i punti di diretto interesse su cui poi ognuno potra' fare le proprie ricerche e personali analisi. 

La parte di Regolamento di interesse per i lavori e' la seconda. 

Le argomentazioni esposte interessano chi normalmente segue lavori di pubblica utilità, o piu' comunemente, assoggettati alla legislazione sui lavori pubblici.

Articolo 151
Mentre prima al Direttore era sempre attribuita la funzione del CSE (Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione) ora si stabilisce che può averla, ma senza esserne obbligato. Viene però stabilito che se non intende svolgere tale funzione deve essere inserito nel contesto dei lavori un Direttore Operativo a cui sia possibile affidare tale competenza. Attenzione pero': il CSE non può essere condizionato dal Direttore ed è autonomo.

Articolo 152
Le comunicazioni tra RUP (Responsabile Unico del Procedimento) e Direttore non si chiamano più Ordini ma 'Disposizioni di servizio', mentre gli 'Ordini di servizio' - che rimangono solo quelli tra Direttore e appaltatore - devono ora essere vistati dal RUP. 

Al comma 3 dello stesso articolo e' altresi' espresso che l’impresa sull’Ordine può riportare delle proprie riserve. Queste rimarranno valide solo se riportate nel Registro di Contabilità. 

Probabilmente l’utilita' di ciò sta nel fatto che il Direttore può modificare o annullare l’Ordine, se lo ritiene possibile, in modo da evitare la possibile riserva.

Articolo 153
Ai commi 8 e 9 si stabilisce che in caso che il ritardo della consegna o della ripresa dei lavori (in caso di sospensione) sia dovuto al comportamento del Direttore (quindi non per forza maggiore) l’impresa può chiedere la rescissione del contratto e il risarcimento delle spese sostenute e documentabili. 

Nel caso in cui i tempi superino il 50% del termine ultimo contrattuale oppure i 6 mesi complessivi, il RUP non può rifiutare la sopra citata richiesta di chiusura contrattuale. Fatto questo in precedenza non ammesso.

Articolo 155
Nel caso in cui il Direttore riscontri - al momento della consegna dei lavori - che lo stato dei luoghi è differente da quello di progetto deve denunciare la situazione al RUP e proporre soluzione. Se ciò comporta di non poter procedere con una parte dei lavori, che l’importo di questi non superi il quinto di quello di contratto e che il non eseguirli non crei problemi alla funzionalità dell’opera, e' possibile procedere alla consegna parziale. 

L’esecutore può fare riserva sul verbale stesso.

Articolo 158 comma 5
In caso di cantiere sospeso vi e' l'obbligo per il Direttore di effettuare periodicamente con l’impresa (entro un massimo di 90 giorni) un verbale per l’accertamento delle condizioni delle opere, sulla consistenza della mano d’opera e dei macchinari presenti sul posto.

Articolo 161 comma 4
Nel caso di variazioni all’importo dei lavori entro il quinto dell’aggiudicazione, va predisposto un atto di sottomissione che, anche se dissenziente, l’impresa e' tenuta a firmare (prima poteva  eseguire con possibilità di riserva); oltre il quinto si predispone un atto aggiuntivo per il quale viene meno l’obbligo di cui sopra.

Articolo 188 
Il comma 4 sancisce un 'rito' da tempo in uso: la possibilità di redigere il Registro di Contabilità lavori a livello informatico con le condizioni riportate nell’articolo medesimo.

Articolo 199
Nel caso non giunga al Direttore la comunicazione di fine lavori, questi alla scadenza del termine deve redigere in contradditorio con l’impresa un certificato che constati lo stato dei medesimi.


Una riflessione personale
Com'e' facile notare la professione del direttore dei lavori richiede sempre maggiori conoscenze, talvolta aperte a dubbi ed interpretazioni anche da parte di chi e' esperto a livello giuridico.

A quanto pare si richiede sempre piu' il coinvolgimento di figure professionali qualificate. Soprattutto nel settore dei lavori pubblici.

E’ una strada che necessita di informazione e di formazione, come ormai molte altre nicchie del settore tecnico, una su tutte, la prevenzione incendi. 

Si auspica che ciò non sia semplicemente un modo per incrementare la complessità del settore, per renderlo inutilmente più burocratico e/o nebuloso. 

Sta di fatto che ci e' necessario comprendere che i professionisti devono riuscire anche ad imparare a qualificarsi assieme, scambiando tra loro idee, esperienze, supporti.

D'altronde il trascurare cio' puo' sminuire il valore della 'professione', il valore del prodotto che un tecnico qualificato e laureato puo' fornire a chi usufruisce della sua prestazione. 

In particolare a quell'entita' generica che talvolta sembra essere la societa' in cui si vive.


^ ^ ^
Bene, diario terminato.

E' stata una gradita digressione su di un piano tutt'altro che border-line. Chi fa per lavoro il Direttore di opere pubbliche lo sa bene.


Un grazie di cuore a Riccardo, abitualmente impegnato in direzioni lavori in quel di Vicenza.

Da parte mia, vi auguro 15 giorni di piena soddisfazione.

Vs. POA

[137°] THE THOUSANDS OF DUTIES OF THE WORKS' MANAGER
No english version for this post... sorry.

domenica 8 gennaio 2012

[136°] L'EDILIZIA SCOLASTICA VITTIMA DELLE INADEMPIENZE AMMINISTRATIVE


2012!  Si tout va tres bien, siam ne la merd.

Via agli argomenti del primo post di quest'anno:

- scuola: la storia infinita della riqualificazione edilizia
  cronistoria dell'epilogo a carte bollate sul previsto Piano 

  generale di riqualificazione edilizia
- prorogato il termine per le verifiche strutturali degli

  immobili strategici e rilevanti in caso di crollo
  altro rinvio per le importanti verifiche sismiche sulle

  opere piu' a rischio sul territorio
- il Salva Italia sulle scuole
  nel decreto Monti anche una previsione per l'adeguamento

  antisismico delle scuole


SCUOLA: LA STORIA INFINITA DELLA RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA

A volte restiamo col giudizio sospeso di fronte a notizie che gia' nel contesto in cui si presentano, suonano male.

Parliamo di edilizia per l'istruzione, e prepariamoci ad entrare... in tribunale.

Partiamo dal recente governo Berlusconi che con Brunetta Gelmini e Tremonti decide nel 2008 di alzare di un punto percentuale il rapporto alunni/docenti. Obiettivo da realizzare assolutamente entro il 2012.

Sin qui poco importerebbe sotto il profilo strettamente edilizio, se non fosse che ci si da' pure l'obiettivo di scrivere - sempre entro il 2008 - un Piano Programmatico (mamma mia) di interventi da attuarsi anche sul piano delle dotazioni (edifici?).

La questione viene definitivamente chiarita nel 2009 con la previsione di un piano di riqualificazione edilizia (vedi articolo 3 comma 2): con quest'ultimo (e ulteriore) piano il Ministro Gelmini ed il Ministro Tremonti avrebbero dovuto individuare tutti quegli edifici non piu' rispondenti ai moderni criteri didattici e naturalmente... provvedervi.

Nel settembre 2009 i due ministri citati pubblicano pero' un semplice elenco di scuole in situazione di criticita' strutturale/funzionale per le quali ammettere solo deroghe al numero massimo di alunni.
Insomma, la montagna partorisce il topolino.

A questo punto il CODACONS non ci vede piu' e ricorre al TAR del Lazio con una class action da far invidia agli autori di Law & Order.

Il TAR riconosce la mancata emanazione del Piano Generale di riqualificazione dell'edilizia scolastica gia' previsto dalla norma del 2009.

Vi salto la cronaca delle lacrime versate dall'avvocatura dei due ministeri e arrivo subito alla sentenza.

Il TAR va giu' duro:

- anzitutto afferma che "le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale ed integrante del sistema scolastico e come tali debbano avere uno sviluppo qualitativo ed una collocazione sul territorio adeguati";

- poi delinea il ruolo disatteso della legge 23/1996 per l'edilizia scolastica: disatteso quanto alle norme tecniche mai emanate (v. articolo 5), disatteso  quanto alla prevista anagrafe degli edifici (v. articolo 7) incompleta ancora nel 2007;

- dice che le previsioni del 2008-2009 non erano per delle semplici deroghe edilizie, bensi' programmi di intervento da contingentare a tempi e risorse certe, per quanto in periodo di crisi;

- conclude che il previsto Piano generale di riqualificazione edilizia ancora non esiste e che "l'inerzia amministrativa dei due ministeri si e' gia' protratta ampiamente oltre il termine di legge".

Con cio' sempre il TAR del Lazio dava 6 mesi di tempo a due ministeri per provvedere. Quindi piu' o meno entro le ferie ferragostane del 2011.

Ma fermi tutti! We're Italians.

I ministeri (Istruzione ed Economia) insorgono, quasi che la sicurezza dei cittadini fosse un attentato all'integrita' dello stato, e fanno anzitempo ricorso al Consiglio di Stato.

Ed il Consiglio di Stato li apre per le orecchie come banane.

A Maggio del 2011 il ricorso viene respinto con queste considerazioni:

- l'interpretazione dei fatti compiuta dal TAR e' ineccepibile;
- alla sicurezza dei cittadini si deve far fronte con tempi e soldi certi.

A questo punto che dire?

Si resta sbalorditi, vero? Non fosse altro per il fatto che si combatte contro lo stato, a difesa della nostra salute e sicurezza.

Sugli sviluppi della questione per ora so poco. 
Apprendo solo da un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore del 16 dicembre 2011 che i due ministeri avrebbero emesso un ulteriore decreto, questa volta con un vero piano degli interventi, ed un elenco dove "sono migliaia gli istituti a rischio crollo" (cit. da Il Sole 24 Ore).

Sono senza parole.


PROROGATO IL TERMINE PER LE VERIFICHE STRUTTURALI DEGLI IMMOBILI STRATEGICI E RILEVANTI IN CASO DI CROLLO
Una proroga non si nega a nessuno.

Una sola, pero'.

E' fresca di stampa quella n-esima concessa sino al 31 dicembre 2012 (v. articolo 3) per le verifiche statiche disposte con l'ordinanza 3274 del 2003 (qualcuno se la ricorda ancora?).

Scadenza originaria: 2008.

E tra queste rientrano quelle da condursi sulle scuole, e pure su quelle maggiormente a rischio perche' progettate con le norme sismiche vigenti ante 1984.


IL SALVA ITALIA SULLE SCUOLE
Nel decreto Salva Italia del Primo Ministro Monti e' contenuta pure una disposizione per le scuole (articolo 30 comma 5bis).

Si tratta di dare via libera a 300 milioni di euri gia' previsti nel 2010 per l'adeguamento sismico degli edifici scolastici.

Sperem ben.
^  ^  ^

Bene, post terminato.

E' stato un tantino monotematico sulle scuole ma tant'e', le notizie vengono come vengono.

Cmq mi pare ci si trovino spunti di seria riflessione, specie riguardo ai rapporti tra stato e cittadini (lo stato siamo ancora noi?).

Non mi resta che augurare ai lettori di POA, fedeli e piu' vecchi di un anno, un 2012 strepitoso (l'ottimismo e' gratis).

Arrivederci tra 15 giorni.
Vs. POA 
[136°] In Italy bad administration sinks public education.
 No english version for this post... sorry.

sabato 10 dicembre 2011

[135°] LE INCREDIBILI INTUIZIONI DI MONSIEUR FOURIER


Come sovente accade l'altra sera sono crollato esausto sul divano, e come raramente accade ho ceduto alle lusinghe allucinogene del telecomando. La scatola trasmetteva contemporaneamente due film: Il Castello (2001) con Robert Redford, La Mummia (2001) con Brendan Fraser. Li ho guardati tutti e due. Poi ho scritto questo post.


Via immediatamente agli argomenti del post (prima che mi buttino fuori anche qui):

- le incredibili intuizioni di Monsieur Fourier
  un improbabile (ma virtualmente possibile) incontro
  al bar col grande scienziato francese
- la nuova casa su blogspot.com
  considerazioni semiserie dopo un mezzo trasloco allucinante
  in un periodo di tempi duri per i proprietari di casa
- auguri officinali 2
  alla stregua della migliore filmografia (!?) recupero il
  vecchio titolo degli auguri di POA per il 2010


LE INCREDIBILI INTUIZIONI DI MONSIEUR FOURIER(*)
Riferisco qui d'un recente (inverosimile) incontro presso il bar sotto alle Officine proprio dove - nelle pause caffe' - lascio decantare le mie (modestissime) intuizioni.

(in piedi presso il banco)
POA: (con sorpresa) Buongiorno Monsieur Giovanni Battista Giuseppe Fourier. Mi permette di offrirle un caffe'?
FOURIER: Ma per carita', non mi chiami Monsieur... visto il luogo poi, mi chiami pure Fourier: del resto gli studenti mi conoscono cosi'. Ristretto va bene.
POA: Signor Fourier, lei puo' immaginare quante domande la sua sola presenza possa suscitare. Specie ora che il torpore della ragione sembra aver gia' creato notevoli danni. Invece le sue idee sono uno stimolo a rivitalizzare cervelli ormai rassegnati.
FOURIER: Certo. Capisco. Ma lei si riferisce agli ingegneri? Ora?
POA: Mm, be', vede, non proprio, o non solo. Certo e' che il suo pensiero affascina piu' di qualche vecchio collega fin dai tempi di quando s'era studenti d'ingegneria...
FOURIER: Bene, cominci. Chieda.
POA: Ecco... il punto che merita chiarire e' come le sia venuto in mente che una funzione - una qualsiasi funzione - potesse venire scomposta nella somma di piu' funzioni trigonometriche, assolutamente diverse dalla funzione di partenza.
FOURIER: (sorriso distaccato) Capisco. Deve essere stata dura da digerire, specie se chi spiega non ha a sua volta dominato l'intuizione che ne sta alle fondamenta.
POA: Come intuizione? Ma io credevo che si trattasse di un caso di serendipita', una felice scoperta del tutto casuale in cui sommando piu' seni e coseni si addiveniva a qualcosa del tutto diverso e del tutto inaspettato...
FOURIER: (sbatte la tazzina) Per carita'! Non bestemmi. Cosi' sembra perche' ormai questo e' il modo di spiegare la matematica, e di scrivere libri che trattano di matematica. La matematica e' diventata - nella scuola - un morto vivente, tenuta in vita da un demiurgo-professore piu' simile ad un beccamorti che ad un prosatore di conoscenza.
POA: (rosso, sudato alle mani) Non e' stato cosi? e quel simbolo di sommatoria poi, cosi' antipatico...
FOURIER: Vede, caro ingegnere, le cose non vengono da sole. Lei non e' nato cosi' com'e', con scarpe pantaloni cravatta e con la tazzina in mano. Per sua mamma prima, e per lei poi, c'e' voluto del tempo. E cosi' e' stato per le mie Serie.
(pausa)
FOURIER: Lei non ha idea di quante ore, intere giornate, io abbia trascorso osservando come i corpi passavano dal calor rosso alla temperatura ambiente. Si puo' passare una vita ad osservare un fenomeno senza capirne alcunche'. Sino ad un preciso giorno in cui scatta una potente intuizione e cio' che prima sembrava un accadimento della natura senza alcun significato oltre a se stesso, appare tosto come una frase di senso compiuto, scritta e lasciata li' giusto per essere letta e capita da chi ne' ha facolta'.
POA: E come e' stato?
FOURIER: Come e' stato cosa?
POA: Beh... com'e' stato che ha intuito che una funzione puo' essere sviluppata in serie di seni e coseni...
FOURIER: Molto spesso ci si incammina per strade che sembrano non arrivare mai alla meta, tanto questa e' distante. Nel caso delle mie Serie l'intuizione e' arrivata dal fatto che osservando un corpo caldo messo a contatto con un corpo freddo, la funzione che ne rappresentava la distribuzione iniziale di temperatura, il gradino, degradava nel tempo secondo curve regolari, differenziabili, quasi delle onde. Periodiche. Le capisce, vero?
POA: Da cui i seni e coseni, appunto (con convinzione).
FOURIER: Calma ingegnere. La strada e' ancora lunga. Vede, ingegnere, se lei ha una funzione che da scalino degrada regolarmente sino ad arrivare ad un piatto indefinito, vuol dire che e' come se lei togliesse via via a quella delle quantita' regolari, simili per forma alla curva che ad ogni sottrazione ne deriva.
POA: (strizza gli occhi).
FOURIER: E se lei, ingegnere, avesse voluto dalla temperatura costante finale ritornare allo scalino iniziale, avrebbe dovuto appunto sommare proprio quelle funzioni che inizialmente erano state sottratte a quello. Assolutamente in un percorso inverso. La forma simile tra le funzioni di distribuzione di temperatura, supportata da un formidabile bagaglio di conoscenze matematiche, ha fatto si' che io arrivassi a supporre che qualsiasi funzione periodica potesse venire scomposta - come una cipolla - in tante funzioni trigonometriche da sommare tra loro.
POA: Caspita, par tutto cosi' chiaro, cosi' evidente...
FOURIER: Devo ancora raffreddarla, ingegnere. La strada per giungere a formalizzare matematicamente questa intuizione sarebbe stata ancora lunga e tormentata. Pensi solo a quei fetentoni di Laplace, Lagrange e Legendre che denigrarono il mio lavoro solo per via di quelle funzioni discontinue e non derivabili che in un solo punto. Pareva che le mie Serie non potessero rappresentarle mai...
POA: Comunque sia, Signor Fourier, viste cosi' le sue Serie perdono quel senso di fastidio che danno quando s'incontrano per la prima volta da studenti, ed acquistano il valore di un potente strumento per spiegare la realta'.
FOURIER: Calma, calma, ingegnere. Lei corre sempre troppo. Prima di dire che la realta' e' il modello, e' sicuro che non vi siano altri modelli della realta'? Accontentiamoci per ora di dire che le Serie servono per indagarla, la realta'. 
(sguardo apparentemente perso)
FOURIER: Comunque sia, le mie Serie sono state una enorme conquista per la conoscenza scientifica, al pari della Geometria Euclidea, delle Quattro Operazioni, del Limite e del Calcolo Satistico, giusto per restare nell'ambito dei suoi studi classici d'ingegneria. 
(lo sguardo si fa indagatore)
FOURIER: Certo si sara' chiesto come sia stata trovata la soluzione dell'equazione differenziale lineare ordinaria. Vero?
POA: Ehm (imbarazzato).
FOURIER: Vede, ingegnere, se l'equazione e' lineare allora qualunque sia la funzione che la risolve, sicuramente e' pure soluzione la sua prima armonica. Da quest'altra intuizione, con preparazione matematica adeguata, la soluzione completa e' bella che trovata.
POA: Proprio (ondeggia).
FOURIER: Ma ben altri strumenti sono la conseguenza, diretta o indiretta, dei miei studi: lei dovrebbe sicuramente conoscere la scomposizione modale dei moti oscillatori, ed anche l'analisi spettrale che altro non e' che uno studio semplificato dei fenomeni oscillatori nel dominio delle frequenze, a partire sempre dalle mie armoniche.
POA: (incantato).
FOURIER: Mi aspettano. Le offro il caffe'.
POA: Ma... ma... e' mio ospite, Signore.
FOURIER: Ma per carita'. Mi consideri un signore d'altri tempi.


LA NUOVA CASA SU BLOGSPOT.COM
La vecchia casa su Splinder verra' demolita il 31 gennaio 2012. Da quella data - presumo - non sara' piu' possibile collegarsi al vecchio POA.

Confesso una tristezza. Cavoli, l'entropia mi sta consumando. Assieme a tutte le cose a me care.
Che rabbia!

Splinder mi ha lasciato fuori con lo scatolone. Con dentro un semplice file .xml e una cartellina di vecchie immagini.
Arrangiarsi!

Non mi risulta esserci alcun servizio gratuito di migrazione su questa nuova piattaforma.
Ingegnarsi!

Devo ammettere che il risultato e' tutt'altro che perfetto.  Ho perso le vecchie parole chiave ed anche qualche link. Tuttavia la trasformazione XSLT ha fatto si' che il file nello scatolone diventasse una pagina HTML.

Devo ringraziare un vecchio ferro del mestiere:
"XML - Il nuovo linguaggio del Web" di Paolo Pialorsi per le edizioni I Portatili - Mondadori Informatica.
7,70 euri nel 2002.

A natale da regalare assolutamente nella nuova edizione, se avete amici smanettoni.


AUGURI OFFICINALI 2
Esattamente un anno fa:

"... le Officine augurano ai loro lettori un periodo natalizio all'insegna della buona salute e della serenita' piu' totale. Lontano dai terremoti, dai dispiaceri e anche lontano dalle piu' banali seccature... Ed un augurio ai collaboratori, obviously... Come pure un pensiero speciale per tutti coloro che stanno lottando per qualcosa...".

Mi pare possa andare bene cosi' anche quest'altro natale. No?

Mi prendo qualche giorno per riordinare le idee e tirar fuori cio' che resta (molto) ancora negli scatoloni.

L'appuntamento col prossimo post e' per lunedi' 9 gennaio 2012.
Ci conto. 
Vs. POA


(*) P.S.: L'inverosimile colloquio trae spunto dalla rilettura de "La trasformata di Fourier", articolo scritto da R. N. Bracewell e tradotto (da cani) su Le Scienze - Quaderni, numero 84 del giugno 1995, ma originariamente pubblicato su Le Scienze n. 252 di agosto 1989.
Vi lascio pure una simpatica rappresentazione di come sia sviluppabile in serie di Fourier la funzione f(x)=x resa periodica con intervallo ]-π,π[ con due punti di discontinuita' agli estremi (anche se e' affetta da un erroraccio evidente, che tuttavia non ne inficia la sostanza).

[135°] THE ENCHANTING INTUITIONS OF MONSIEUR FOURIER
No english version for this post... sorry.