Subito al via con un post in rigoroso stile "Jader Jacobelli":
IL REFERENDUM DEL 17-4 COSIDDETTO "NO TRIV"
Manco mi sogno di entrare nel merito del voto-non-voto; e men che meno del voto-si'-voto-no. Anche a costo di sembrare un qualunquista.
Ma mi pareva carino toccare con mano il che-cosa di cui si sta (animatamente) discutendo.
La norma "incriminata" e' questa:
"Il divieto e' altresi' stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia dalle linee di costa lungo l'intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette. I titoli abilitativi gia' rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. Sono sempre assicurate le attivita' di manutenzione finalizzate all'adeguamento tecnologico necessario alla sicurezza degli impianti e alla tutela dell'ambiente, nonche' le operazioni finali di ripristino ambientale."
Li' - nell'articolo 6 - il divieto si riferisce alle attivita' di ricerca, di prospezione nonche' di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare. Le dodici miglia sono il limite delle acque "di noi italiani".
L'11 febbraio 2016 il Governo ha diramato il comunicato stampa 103 col seguente contenuto:
"Il Consiglio dei ministri si è riunito ieri, mercoledì 10 febbraio 2016, alle ore 21.30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti.
(...) IDROCARBURI, REFERENDUM IL 17 APRILE 2016
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per l’indizione del referendum popolare relativo all’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. La consultazione si terrà il 17 aprile 2016."
Conseguentemente Mattarella ha emanato il decreto 15 febbraio 2016 per l'indizione del referendum di domani.
Chi va a votare e vota "SI" vuole siano cancellate le parole in grassetto. Chi va a votare e vota "NO" vuole che il testo della norma non cambi.
Chi sta a casa o va al mare da' l'impressione di non essere interessato alla questione, ma comporta (suo malgrado?) lo stesso risultato di chi vota "NO".
Tutto qua.
^ ^ ^
Bene. Post terminato.
Ho fin paura di scrivere quello che segue. Ma si', dai, provo.
Alla prossima.
Vi auguro 15 giorni di proficuo lavoro.
Vs. POA
[ 184°] REFERENDUM "NO TRIV".
No english version for this post... sorry.
Chi va a votare si vuole la dizione della vecchia legge. Chi va a votare no vuole il rinnovo automatico delle licenze.
RispondiEliminaDue cose sono chiare sin da oggi: il debito pubblico italiano aumenta, il petrolio si esaurisce, cosa che ne farà schizzare il valore sempre più in alto.
Quindi perchè rinnovare ogni tot anni la licenza, attualizzandola al valore del petrolio o del debito pubblico? rinnoviamola automaticamente. Senno che repubblica delle bananas siamo?!
Sembra come la privatizzazione dei servizi medici. Tu che sei malato non puoi contrattare, perchè se stai morendo hai fretta. Il medico può rilanciare quanto vuole, perchè senza un servizio pubblico, può legalmente lasciarti morire. Ergo, tu accetti di pagare un prezzo più alto per la sua prestazione.
RispondiEliminaL'unica differenza è che con la salute pubblica val bene la cura automatica per il bene della popolazione, con le trivelle, i soldi mancanti dal rinnovo della concessione a costi attualizzati allo stato dell'economia, li copriamo tutti noi, tu incluso con le tasse.
Magari le bananas colpissero solo chi se le merita.